Supermercato e prodotti a marchio. La nuova spesa italiana

Il primo supermercato italiano nasce a Milano nel novembre del ’54.

Da allora, in Italia e nel resto del mondo, il supermercato diventa il vero tempio del consumismo alimentare.

Ogni supermercato vanta la propria struttura organizzativa, il proprio visual e la propria selezione di prodotti da offrire.

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In questo modo, prendono forma attività di settore che presentano caratteristiche diverse.

Del supermercato si è giunti all’ipermercato, al discount, fino ad arrivare al piccolo punto vendita sotto casa.

Ad oggi le strade di ogni regione, città e paesino d’Italia, sono costellate da attività commerciali di vario genere.

Anche trattandosi di beni di prima necessità, dalle vendite di un supermercato si può capire molto circa l’andamento dell’economia di un paese.

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Il supermercato durante il post-pandemia

In che modo gli effetti della pandemia e i diversi servizi citati, hanno cambiato il modo di fare la spesa?

Entra qui, in gioco, il team di ricerca Scenari che, attraverso un’indagine, ha voluto tracciare i cambiamenti che hanno subito le abitudini d’acquisto degli italiani.

In Italia, a partire dal primo lockdown, il numero degli occupati è calato di circa mezzo milione.

È risaputo che, gli effetti della pandemia, hanno mutato drasticamente i comportamenti d’acquisto dei consumatori di tutto il mondo.

L’aumento del tasso di disoccupati ha avuto ripercussioni sull’intero sistema economico del nostro paese e tra i migliori indicatori, per la misurazione degli effetti derivati, il supermercato occupa un posto d’onore.

Con un dettagliato sguardo ai carrelli degli italiani, ci si può rendere conto delle reali conseguenze che la grande flessione economica ha generato.

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Gli effetti del Covid19 nei supermercati italiani

Il punto di partenza per l’indagine, messa in atto da Scenari, è il costante shifting dei consumatori verso l’acquisto di prodotti a marchio.

Tra i numerosi franchising e catene del settore alimentare, l’offerta dei prodotti a marchio, nei supermercati, ha subito notevoli incrementi.

Lo scopo della ricerca, avviata da Scenari, è proprio quello di scoprire se anche la richiesta di prodotti a marchio è aumentata analogamente.

Nonostante la grande crisi, conseguente alla pandemia, dal campione selezionato risulta che, il 72,3% dei partecipanti afferma di recarsi al supermercato almeno 1 volta alla settimana.

Arrivando anche ad andare dalle 3 alle 4 volte settimanali.

Inoltre, il supermercato, a differenza delle altre attività di settore, è stato selezionato dal 44,6% degli intervistati, contro un 22,3% raggiunto dal discount che si posiziona al secondo posto.

L’ottimo rapporto qualità-prezzo dei prodotti a marchio

Nella scelta dei prodotti da acquistare, il 91,7% dei rispondenti ha dichiarato di non fare alcuna differenza tra prodotti a marchio e prodotti di brand premium.

La vera differenza sta, infatti, nella qualità e non più nell’appartenenza a una delle case di produzione alimentare consolidate da tempo.

Per questo motivo, tra le risposte registrate per la domanda sul motivo del perché si tenda a non fare più del brand una caratteristica sostanziale del prodotto, la maggior parte degli intervistati ha risposto affermando di osservare, principalmente, il rapporto qualità-prezzo.

Se il 25,6% dei rispondenti sceglie i prodotti sulla base del rapporto qualità-prezzo, la restante parte del campione, afferma di guardare alle promozioni.

Resta, infatti, un 17,5% che ammette di acquistare i prodotti a marchio perché più convenienti.

Le ultime percentuali si dividono tra coloro che preferiscono acquistare, il tipo di prodotti in questione, sulla base del loro legame con il territorio, oltre che per la qualità.

A partire dall’ipotesi di partenza che, guarda alla pandemia come un possibile fattore per l’incremento delle vendite di prodotti a marchio, possiamo affermare che:

anche se il numero di volte in cui, un italiano si reca a fare la spesa, è rimasto invariato, sono nati, in concomitanza o conseguentemente alla pandemia, vari incentivi che spingono il consumatore a valutare non solo i prodotti di premium brand, ma anche quelli a marchio del supermercato.


 

Francesco Del Prete

 

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