Danni al mercato automobilistico italiano. Sempre meno auto per famiglia

I primi due mesi del 2022 hanno segnato un importante calo per il mercato automobilistico italiano.

Se solo consideriamo le vendite relative alle Passenger cars, in Italia, abbiamo un decremento pari al -22,46% rispetto al 2021.

Un pessimo modo di iniziare il 2022 per il mercato automobilistico che, vede diminuire anche il numero di immatricolazioni, per automobili e altri veicoli, del -21,22%.

Sembra di natura contenuta, invece, il decremento concernente i Light commercial vehicles che, registra un 6,72% in meno sulle vendite totali, con 14.120 veicoli immatricolati per febbraio 2022.

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Una combinazione sfavorevole per il mercato automobilistico

Gli avvenimenti che hanno portato alla situazione attuale il mercato automobilistico italiano sono strettamente legati alla pandemia e all’attuale conflitto sul territorio ucraino.

Il ruolo di maggior peso per l’attuale condizione lo giocano: residui degli effetti della pandemia da SARS-CoV-2 e le limitazioni, sul trasporto del carburante, causate dall’attuale conflitto russo-ucraino.

Allo stato d’incertezza, generato dall’imponente flessione economica e occupazionale, si aggiunge la cosiddetta crisi dei microchip.

Tra tutti i settori colpiti da questa crisi, quello dell’industria automobilistica è in primissima linea.

Sembra, inoltre, che la carenza di semiconduttori si protrarrà ancora per un po’, generando, in questo modo, una spietata corsa all’approvvigionamento di chip e delle materie prima che occorrono per fabbricarli.

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La ricerca di Scenari

Questa volta, Scenari, ha voluto analizzare le condizioni dei possessori di autovetture, in Italia.

Sono state selezionate 1400 persone ed è stato loro somministrato un questionario al fine di raccogliere le informazioni utili a capire l’andamento del mercato automobilistico all’interno di un micronucleo sociale.

Il 98,7% del campione scelto, possiede almeno la patente di tipo A1.

La maggior parte dei rispondenti ha dichiarato di possedere una sola autovettura (46,1%).

L’altra significativa maggioranza è costituita da coloro che ne posseggono, invece, due (42%).

Mediamente, quindi, in un micronucleo sociale italiano, possiede un numero di automobili compreso tra 1 e 2.

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Effetto domino

L’incremento del 40%, su tutti i tipi di carburante, sta generando un ovvio effetto domino sui costi di produzione.

Dai vertici del settore, le persone sono esortate ad attendere pazientemente il ritorno degli incentivi per il mercato automobilistico.

Si punta, dunque, a un’immediata riforma del decreto sull’energia, spronando all’utilizzo dei fondi destinati a questo scopo.

Presentano, infatti, gli unici valori positivi, i modelli ibridi. Le bifuel Gpl hanno registrato un incremento pari al +23,2% a discapito dei prodotti a metano che, vedono la propria fetta decrescere del -59%.

Ciò ha portato ad un calo nelle omissioni di CO2, che in analisi hanno presentato il 5,3% in meno rispetto al 2021.

Se siamo, dunque, sull’onda di una riforma del mercato automobilistico e di quello energetico, non possiamo ancora definirlo, ma di certo possiamo affermare di trovarci in un periodo di cambiamenti ingenti e necessari.

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Francesco Del Prete

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